Matarrese, presidente ANCE Puglia:
«Il settore è strategico per il rilancio dell’economia nazionale. Il Decreto Sviluppo contiene interventi apprezzabili ma occorre dare attuazione ai provvedimenti adottati e trovare soluzioni alle criticità ancora da risolvere»
«In tutti i momenti di crisi nella storia del Paese il settore delle costruzioni è stato strategico per la ripresa: proposte di sviluppo concrete per il comparto possono produrre effetti positivi sulla crescita dell’intero Paese perché il rilancio dell’economia nazionale passa attraverso il rilancio del settore delle costruzioni». Lo ha dichiarato il presidente dell’ANCE Puglia, Salvatore Matarrese, intervenuto in Fiera del Levante nel corso dell’incontro tra gli industriali e il premier Mario Monti.
Nel corso del suo intervento Matarrese ha evidenziato come il settore edile sia uno dei più colpiti della crisi con un valore degli investimenti ridottosi negli ultimi cinque anni del 25,8% (nel 2012 è previsto un calo del 6%), tornato a quello della metà degli anni ’70; Matarrese ha però sottolineato anche alcune note positive ricordando che «con il Decreto Sviluppo il Governo ha dimostrato di essere consapevole che il settore edile è strategico per rilanciare l’economia. Si tratta di primi interventi apprezzabili, ma occorre dare piena e rapida attuazione ai provvedimenti già adottati e trovare soluzioni alle numerose criticità ancora da risolvere, nella consapevolezza che un miliardo di euro di investimenti in edilizia genera ricadute sull’intero sistema economico di oltre tre miliardi e 17.000 nuovi occupati».
E al presidente del Consiglio Monti Matarrese ha avanzato alcune proposte. «La scarsità delle risorse pubbliche statali dedicate a nuove infrastrutture – ha spiegato il presidente dei costruttori edili pugliesi – rende prioritario l’impiego dei fondi disponibili, in particolare dei fondi strutturali e Fas che nel Mezzogiorno rappresentano la quasi totalità dei fondi statali. Ora occorre dare attuazione a tutte le decisioni prese chiarendo il quadro degli interventi che possono essere effettivamente finanziati e avviati a cantiere entro la fine del 2012».
«Uno dei principali ostacoli all’utilizzo dei fondi strutturali europei – ha continuato – i cui programmi 2007-2013 prevedono circa 19,2 miliardi di euro di investimenti in infrastrutture e costruzioni, di cui 17 miliardi nel Mezzogiorno, è costituito dal Patto di Stabilità, all’interno del quale rientrano anche risorse nazionali necessarie al cofinanziamento dei fondi europei e dei FAS. Il Governo è intervenuto con una prima, parziale esclusione del cofinanziamento dal vincolo del Patto; ora però occorrerebbe estendere questa deroga ai programmi dei fondi FAS che il Cipe ha deliberato dopo due anni di attesa e prevedere l’esclusione, almeno per un triennio, del cofinanziamento nazionale dai limiti del Patto anche per Province e Comuni. Inoltre andrebbe realizzata una legge obiettivo che velocizzi le procedure di spesa di questi fondi evitando le lungaggini e la burocrazia che caratterizzano la legge sui lavori pubblici, del tutto inadeguata per questi obiettivi di breve termine».
«Infine – ha concluso Matarrese – è inaccettabile il fenomeno dei ritardati pagamenti dei lavori da parte della Pubblica Amministrazione: secondo un’ indagine ANCE sulle imprese associate, a maggio 2012 i tempi medi di pagamento dei lavori pubblici sono stati pari a 7 mesi, con punte di ritardo che superano i 24 mesi. A tal proposito chiediamo di far emergere il debito nascosto, trovando le risorse per pagare i debiti pregressi e riformare il Patto di Stabilità interno».