A fine 2017 diminuite le opere incompiute in Puglia: 54 contro le 87 del 2016 per un investimento bloccato di 83 milioni di euro (erano 240 milioni a fine 2016). Maglia nera sempre alla provincia di Foggia con 24 incompiute, seguita da quelle di Bari e Taranto con 9.
Il presidente Ance Puglia Bonerba: “Buona notizia lo sblocco di 33 cantieri ma la burocrazia e il codice degli appalti sono pesi troppo gravosi che penalizzano il settore delle opere pubbliche”.
Erano 54 le opere incompiute in Puglia, iniziate e non ancora terminate a fine 2017, 33 in meno rispetto alle 87 incompiute del 2016, con un fabbisogno stimato di 58 milioni di euro per il completamento dei lavori, a fronte di un investimento pubblico, al momento bloccato, di quasi 83 milioni (era pari a 239 milioni a fine 2016). (fonte: elenco dell’anagrafe delle Opere incompiute Min. Infrastrutture, rielaborazione Ance Puglia).
È sempre la provincia di Foggia quella con più incompiute (24 contro le 25 del 2016), seguita da quelle di Bari e Taranto con 9, Brindisi e Lecce con 6. Proprio nella provincia leccese si è registrata la migliore performance con ben 15 incompiute in meno rispetto al 2016 mentre la BAT è oggi l’unica provincia pugliese che non presenta opere incompiute (erano tre a fine 2016). Risolte le problematiche che nella maggior parte delle 33 opere avevano bloccato i cantieri o, in alcuni casi, completati definitivamente i lavori, la Puglia ha ridotto il numero delle incompiute del 38% (quarta migliore performance a livello nazionale dopo Piemonte, Veneto e Toscana); tuttavia la nostra regione resta al terzultimo posto in Italia, distanziando la Sicilia (fanalino di coda con 162 opere incompiute, tre in più del 2016) e la Sardegna (86 incompiute).
“Che si tratti di opere per le quali si sono risolti i grovigli burocratici oppure realmente ultimate – commenta Nicola Bonerba, presidente Ance Puglia – avere in Puglia 33 opere incompiute in meno nel giro di un anno è, comunque, un’ottima notizia. Continueremo a prestare grande attenzione al lavoro della Regione Puglia e delle altre amministrazioni pubbliche che vorremmo sempre più motivate nell’intercettare le risorse disponibili, mettere a gara progettazioni definitive convincenti e aggiudicare le gare favorendo la leale concorrenza tra le imprese oltre che una celere cantierizzazione delle opere”.
Nello specifico, delle 54 opere incompiute in Puglia, 26 hanno visto avviare i lavori di realizzazione, poi interrotti oltre il termine contrattualmente previsto per l’ultimazione; per 17 opere, che hanno visto interrompersi i lavori entro quel termine, non sussistono, allo stato, le condizioni di riavvio degli stessi. Sono 11, infine, i lavori ultimati ma non collaudati nei termini previsti, in quanto l’opera non è risultata rispondente ai requisiti previsti dal capitolato e dal relativo progetto esecutivo.
“Purtroppo – aggiunge Bonerba – restano sul tappeto i noti problemi legati alla burocrazia e a un codice degli appalti ancora incompleto che frenano il settore delle opere pubbliche, in Puglia come nel resto d’Italia. Alla Regione chiediamo di alleggerire il peso della burocrazia, soprattutto per quanto riguarda gli iter che dall’aggiudicazione di una gara conducono alla cantierizzazione delle opere, davvero troppo dispendiosi in termini di tempi e risorse”.
In Italia al 31 dicembre 2017 erano 647 le opere incompiute (in calo del 14% rispetto alle 752 del 2016) per le quali è previsto un fabbisogno finanziario di circa quattro miliardi di euro.
Un’opera pubblica viene definita incompiuta quando risulti non completata a causa di mancanza di fondi, per cause tecniche, per sopravvenute nuove norme tecniche o disposizioni di legge, fallimento, liquidazione coatta e concordato preventivo dell’impresa appaltatrice, risoluzione del contratto ai sensi degli articoli 135 e 136 del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, o di recesso dal contratto ai sensi delle vigenti disposizioni in materia di antimafia e mancato interesse al completamento da parte della stazione appaltante, dell’ente aggiudicatore o di altro soggetto aggiudicatore, di cui all’articolo 3 del decreto legislativo 12 aprile 2006 n. 163 (fonte: sito internet Ministero delle infrastrutture).